Unipol-Fonsai, l’Ivass vuole più tempo verifiche e ispezioni sui titoli all’attivo

Vittoria Puledda

MILANO

— L’Ivass vuole vederci chiaro prima di dare l’ok alla fusione Unipol-Fonsai. E, con una procedura peraltro non insolita in casi di tale importanza, ha bloccato gli orologi del

processo autorizzativo (120 giorni al massimo dalla presentazione della domanda) avviando nuove richieste di chiarimenti. La sospensione dei tempi è stata decisa lo scorso 21 febbraio, quando la neo autorità di vigilanza sul settore assicurativo ha inviato una richiesta di informazioni alle altre autorità di vigilanza chiedendo notizie sulle evidenze di rispettiva competenza che queste ultime hanno rispetto alle compagnie oggetto dell’annunciata fusione. Dunque, una richiesta rivolta alla Consob ma anche a Bankitalia (Unipol Assicurazioni ha una partecipazione del 32% in Unipol banca, mentre il gruppo Fonsai ha Banca Sai) e alle authority di alcuni paesi stranieri presso cui operano le due compagnie.

Non solo: da qualche giorno gli ispettori dell’Ivass sono al lavoro, presso entrambi i gruppi, per raccogliere maggiori informazioni sugli attivi delle compagnie, svolgendo analisi specifiche sui rispettivi portafogli, di Fonsai e di Unipol.

Proprio negli ultimi giorni del 2012 la Consob aveva contestato a Unipol la conformità del bilancio annuale 2011 e della semestrale 2012 in merito alla contabilizzazione secondo i principi contabili Ias di una parte di strumenti derivati e titoli strutturati presenti in portafoglio. Dal canto suo Unipol, pur non condividendo i rilievi, aveva proposto a Consob una riscrittura proforma dei conti con effetti molto limitati su cui tuttora la Commissione non si è pronunciata: attualmente

infatti è ancora in corso un’analisi approfondita dei titoli in questione da parte degli uffici competenti dell’autorità di

vigilanza.

Ora, il supplemento di indagine deciso dall’Ivass prima di dare il via libera all’operazione di fusione. E, in attesa che arrivino le informazioni richieste alle altre

autorità (che hanno a suo tempo avviato procedimenti per gli aspetti di loro competenza) l’Ivass ha bloccato gli orologi, sospendendo i tempi per il verdetto definitivo. Che, a questo punto, potrebbero slittare a maggio.

Del resto, lo scandalo-derivati che ha travolto Mps ha alzato il livello dell’attenzione sul tema della rappresentazione anche contabile dei prodotti strutturati (primo campanello d’allarme sugli attivi di qualsiasi gruppo). E proprio ieri le tre autorità di vigilanza – Consob, Ivass e Banktialia – hanno fissato i paletti per tutte le società, non solo quelle assicurative, sul trattamento contabile delle operazioni strutturate costituite da un acquisto di titoli, un derivato di copertura e un pronti contro termine passivo (i cosiddetti “Term structured repo”).

Le autorità hanno sottolineato che i principi contabili internazionali prescrivono che i bilanci «debbano privilegiare la sostanza economica delle operazioni rispetto alla loro forma contrattuale», si legge in una nota congiunta. Dunque, gli amministratori e gli organi di controllo devono ben rappresentare gli impatti di questi strumenti «sulla situazione economica, patrimoniale e finanziaria anche proforma, nonché i rischi sottesi e alle strategie di gestione connesse ». Per evitare che nelle pieghe del bilancio possano essere occultate bombe ad orologeria, foriere di potenziali perdite.

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