MILANO — È ufficiale: si chiamerà UnipolSai il nuovo polo assicurativo che nascerà dalla maxifusione fra il gruppo delle coop e quello ex Ligresti. La denominazione è
indicata all’articolo 1 del nuovo statuto di Fonsai, cioè della società incorporante, allegato al «progetto di integrazione Unipol-Fondiaria Sai» che avrà luogo attraverso la fusione in Fonsai di Premafin, Unipol assicurazioni ed «eventualmente Milano» depositato ieri e approvato dai consigli il 20 dicembre 2012.
A questo punto il progetto va approvato entro fine aprile dall’Ivass, la nuova authority sulle assicurazioni guidata dal direttore generale di Bankitalia Fabrizio Saccomanni e che ha assorbito le funzioni dell’Isvap, che aveva già dato l’ok all’operazione.
La fusione, che decorre sotto il profilo contabile e fiscale da gennaio 2013 e dev’essere approvata dalle assemblee che si terranno in aprile e maggio, come si legge dal progetto include «eventualmente» anche la Milano. Ciò perché non è dato per scontato l’esito dell’assemblea speciale degli azionisti di risparmio della compagnia controllata da Fonsai. In caso di non approvazione si procederà comunque all’integrazione di Fonsai, Premafin e Unipol e cambieranno le percentuali di controllo previste: la quota detenuta da Unipol gruppo finanziario passerà dal 63 al 71%, gli altri azionisti di Premafin (fra i quali i Ligresti che fino al dissesto del loro gruppo, salvato dalla fusione con Unipol, detenevano la maggioranza assoluta del capitale della holding) resteranno allo 0,8% mentre quelli di Fonsai «cresceranno» dal 25 al 28%.
Per quanto riguarda l’organizzazione territoriale del nuovo gruppo assicurativo, mentre si precisa che UnipolSai avrà, «coerentemente con l’appartenenza al gruppo Unipol, sede legale a Bologna», secondo quanto riferito nei giorni scorsi dai sindacati, Bologna e Milano saranno le sedi direzionali, mentre Torino (ex sede legale di Fondaria Sai) e Firenze diventeranno poli specialistici, per specifiche attività ancora da definire. I marchi storici è previsto restino, ovviamente sotto il cappello comune di UnipolSai. Nei giorni scorsi, sempre secondo fonti sindacali, sono stati indicati anche 2.200 circa esuberi (su 8 mila dipendenti del nuovo polo), dimezzabili però attraverso la cessione degli asset previsti secondo gli impegni con l’Antitrust, pari a premi per 1,7 miliardi. Ieri l’amministratore delegato di Unipol, Carlo Cimbri, ha detto al Corriere di Bologna che esuberi sono da mettere in conto con la nascita di Unipol-Sai «perché quando viene costruito un grande gruppo ci sono duplicazioni che necessitano di una riorganizzazione». Ma Cimbri è convinto che verrà fatto «un accordo con le organizzazioni sindacali»: «Sono convinto che la concertazione sia necessaria in tempi normali e che in tempi di crisi diventi assolutamente indispensabile».
Sergio Bocconi
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