Bomba della Cassazione per le casse previdenziali private. Con la sentenza numero 17892/2014, gli ermellini hanno appena abolito la misura del governo Monti che aveva
introdotto il “pro-rata” (con un calcolo misto contributivo e retributivo) per pensioni già in buona parte maturate. Una sentenza che ora mette a rischio la tenuta
finanziaria del meccanismo pensionistico privato.
Gli enti previdenziali dei professionisti lanciano l’allarme: “Pagheranno tutti i cittadini”Le casse previdenziali private (dei liberi professionisti come i ragionieri, i notai, i giornalisti, ecc…) rischiano il crac e, imbufalite contro l’ultima sentenza della Corte di Cassazione, lanciano l’allarme sulla loro tenuta finanziaria. Il motivo è la decisione (sentenza numero 17892/2014) degli ermellini di vanificare (facendo salvi i diritti acquisiti di chi si era già ritirato dal mondo del lavoro) lo sforzo del governo Monti. Per fare cassa, il governo del presidente della Bocconi due anni fa aveva introdotto il “pro-rata” applicando un calcolo misto contributivo e retributivo per pensioni già in buona parte maturate.
Apriti cielo, perché ora, stando a quanto denunciano i diretti interessati, il meccanismo pensionistico privato rischia di incepparsi presto senza un deciso intervento governativo. Per i ragionieri, ad esempio, la sentenza in questione rischia di avere un effetto devastante: un adeguamento alle prescrizioni della Corte costerà infatti all’ente presieduto da Luigi Pagliuca circa 15 milioni in più l’anno e un abbattimento del patrimonio (2 miliardi e 200 milioni) del 10% solo per gli arretrati. Scenario che ha fatto sbottare Pagliuca: “Piuttosto che continuare a pagare le pensioni in questo modo, porto i libri in tribunale”.
“Oggi tocca ai ragionieri e ai loro 30mila iscritti, domani alle altre casse private che riuniscono 2 milioni di persone. E alla fine a pagare per tutti saranno le tasche dei cittadini”, ha affermato poi in maniera provocatoria il presidente della cassa previdenziale dei ragionieri.
Una triste prospettiva se si considera che il bilancio previsionale dell’Inps registra già oggi un deficit da una dozzina di miliardi. Cifra destinata a crescere in maniera esponenziale se le previsioni di Pagliuca dovessero dimostrarsi azzeccate. “Di fronte a questa situazione, per garantire la sostenibilità delle pensioni presenti e future ho poche alternative: aumentare a dismisura l’età pensionabile o incrementare ulteriormente le quote contributive dell’attuale forza lavoro”, è l’extrema ratio ancora per Pagliuca.
Le casse sono insomma in una situazione estremamente delicata tanto che Alberto Brambilla, docente di gestione delle forme previdenziali pubbliche e complementari dell’Università Cattolica di Milano e per anni sottosegretario al ministero del Welfare con delega sulla materia pensionistica, ha invitato i giovani professionisti a “far causa alla Cassazione”, perché la decisione dei giudici è in contrasto con i loro interessi.