Medici senza assicurazioni «un rischio per il paziente»

Le preoccupazioni dell’ordine professionale per le novità in materia assicurativa «L’insicurezza può portare a una medicina troppo difensiva o rinunciataria»

BELLUNO. Un guazzabuglio di leggi in cui a farne le spese, alla fine, rischia di essere il medico. L’ordine dei medici mette in guardia contro le possibili conseguenze di una riduzione delle coperture assicurative per

chi lavora in ospedale: «Il venir meno di questa tutela» spiega Umberto Rossa, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi ed odontoiatri della provincia di Belluno, «espone di fatto il medico a una condizione di insicurezza e precarietà professionale, che lo porta ad agire ricorrendo a una medicina difensiva o rinunciataria, oltre che esporre il cittadino ad ulteriori possibili rischi».

Da una parte le troppe cure, con esami inutili e costosi per tutta la comunità, dall’altra i pazienti più delicati visti come casi troppo a rischio. Due eccessi per fortuna ancora lontani dal venire praticati. Ma lo scenario, secondo l’ordine dei medici, è preoccupante. Un timore nato all’interno della Uls 1 di Belluno, che dal primo gennaio del prossimo anno non offrirà più ai dipendenti la possibilità di usufruire di una copertura assicurativa per il rischio di rivalsa dell’azienda per colpa grave. È solo l’epilogo di una vicenda che affonda le sue radici nel passato, in una situazione di evoluzione del mercato assicurativo che nel passato aveva coperto, con assicurazioni ad hoc, la responsabilità civile del conto terzi dei medici dipendenti delle aziende ospedaliere. «Nel 2013 la Regione Veneto ha iniziato un percorso di autoritenzione del rischio», spiega Stefano Capelli, del sindacato dei medici Cimo, «è stata fatta un’analisi della rischiosità, ma le gare per l’assegnazione delle nuove coperture assicurative si sono bloccate. Quindi le diverse Usl hanno tentato di fare nuovi contratti mano a mano che andavano in scadenza».

All’inizio del 2014 è toccato anche alla Usl 1, che ha deciso di non affidarsi ad un soggetto terzo, scegliendo la via dell’autoassicurazione. A questo scopo è stato riservato un apposito fondo destinato alla copertura dei casi di “colpa lieve”, uno dei tre gradi giuridici di valutazione (seguono la colpa grave e il dolo). Per quanto riguarda la colpa grave, nel corso del 2014 la Usl 1 ha dato la possibilità ai medici di essere coperti dal rischio di rivalsa dell’azienda con un contratto assicurativo a se stante, trattenuto dallo stipendio. Un contratto che dal primo gennaio non sarà più possibile stipulare. «In questo modo si aprono delle situazioni di dubbio», spiega Capelli, «perché manca un quadro normativo dal punto di vista nazionale e regionale. Il medico si trova a dover trovare una copertura assicurativa per la rinuncia alla rivalsa». Una soluzione molto onerosa e che potrebbe non essere sufficiente.

A interpretare le preoccupazioni dei medici è il presidente dell’ordine Umberto Rossa. «Il rischio reale di questa scelta è che il medico sia chiamato a rispondere economicamente in prima persona in caso di insolvibilità della struttura pubblica», spiega, «e che la valutazione del rischio assicurativo risenta dei condizionamenti finanziari dell’azienda sanitaria. D’altra parte, se è evidente che ci sia la necessità che il cittadino di fronte a un danno subito e accertato derivante da un trattamento sanitario debba essere risarcito, c’è anche l’esigenza che, a tutela della qualità della prestazione sanitaria e quindi proprio nell’interesse esclusivo dell’assistito, il medico possa continuare adessere messo nelle condizioni di prestare l’assistenza in sicurezza e tranquillità operativa, così come finora è stato garantito». (v.v.)

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