Scatola nera, ancora tutto fermo

La legge che prevede l’installazione di dispositivi di controllo a spese delle assicurazioni e sconti sulle polizze per gli assicurati è stata pubblicata a marzo 2012 ma stenta a decollare. Ecco perché

Se ne parla almeno dal 2008: la “scatola nera” doveva garantire agli automobilisti sconti consistenti sull’assicurazione e diventare uno strumento per azzerare le truffe ai danni delle assicurazioni. Ad oggi però sembra ancora tutto in stand-by.Per quanto riguarda l’Italia, la legge n.27 del 24 marzo 2012, facente parte del decreto “Liberalizzazioni”, nell’articolo 32 dedicato alle assicurazioni stabilisce che: “Nel caso in cui l’assicurato acconsenta all’installazione di meccanismi elettronici che registrano l’attività del veicolo, denominati “scatola nera” o equivalenti, individuati dal Ministero dei trasporti, i costi sono a carico delle compagnie che praticano inoltre una riduzione significativa rispetto alle tariffe. Sono altresì a carico delle assicurazioni i costi per la disinstallazione, sostituzione, funzionamento e portabilità del dispositivo”. Ecco il nodo cruciale. I costi di installazione a carico degli assicuratori creano qualche perplessità da parte della categoria, soprattutto perché i dispositivi da montare devono essere dotati di alcuni requisiti minimi che ne fanno lievitare il prezzo. Gli assicuratori quindi continuano a spingere i cittadini a installare la scatola nera a proprie spese promettendo sconti sulle polizze che però sono ancora troppo bassi per convincere la maggioranza a dotarsene. Eppure di vantaggi ce ne sarebbero per tutti. Per gli assicuratori sarebbe azzerato il rischio “frodi”, in quanto i falsi incidenti non sarebbero più permessi, la scatola nera infatti registra tutto e permette di ricostruire tramite GPS la dinamica del sinistro e accertare le colpe, mentre gli automobilisti, dal canto loro, vedrebbero le polizze diminuire e sarebbero premiati in caso di guida corretta. Ma anche qui c’è un “gap” legislativo, si parla infatti di “riduzione significativa” della tariffa, senza specificare una percentuale minima di sconto, fatto che lascia alle compagnie assicurative ampio margine di manovra spesso a discapito degli assicurati.

 

Salvatore Rossi, presidente dell’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni, spiega inoltre che per rendere effettiva la legge, è necessario “emanare, di concerto con il ministero dello Sviluppo economico e con gli uffici del Garante per la protezione dei dati personali, un regolamento attuativo che definisca le modalità di raccolta, gestione e utilizzo dei dati, di interoperabilità in caso di passaggi da una compagnia a un’altra. Lo schema di regolamento elaborato di concerto fra le tre Istituzioni, dopo una serie di preconsultazioni con gli stakeholders, è stato sottoposto alla procedura di pubblica consultazione, che si è chiusa alla fine di aprile (2013). L’Ivass, il Ministero e il Garante stanno ora valutando i numerosi e articolati commenti pervenuti dall’industria assicurativa, dai produttori di scatole nere e dai service provider in vista della pubblicazione del provvedimento definitivo”. Insomma, siamo a un punto morto. Dei tre provvedimenti solo il primo è in vigore, gli altri due sono ancora in discussione.

E interviene sull’argomento anche l’Ania, Associazione nazionale imprese assicuratrici, che sottolinea un ulteriore aspetto controverso, ovvero che in alcune località italiane dove si registrano relativamente pochi incidenti, e che sono soggette quindi a premi assicurativi più bassi, in seguito all’adozione del dispositivo di controllo la polizza finirebbe, per effetto dei costi di installazione, per aumentare invece di diminuire.

Nel frattempo, dall’Unione Europea arrivano segnali chiari: entro il 2015 tutte le vetture di nuova immatricolazione dovranno essere dotate di serie del dispositivo “e-Call” per la chiamata di emergenza al numero unico europeo 112. Da qui a montare di serie la scatola nera il passo è breve- E la palla passa così direttamente ai costruttori bypassando le assicurazioni. (s.b.)

 

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