MILANO — Tutto era stato organizzato ieri mattina secondo le richieste di Salvatore Ligresti: due magistrati in trasferta a Milano, lontano dalla procura di Torino, massimo
riserbo fino all’ultimo sul luogo dell’interrogatorio. I pm titolari dell’inchiesta Fonsai erano stati rassicurati del fatto che così avrebbe risposto alle domande, anche per
tener fede a quella promessa iniziale, fatta il giorno dopo gli arresti: «I miei figli non centrano niente – aveva detto Ligresti il 17 luglio – loro non hanno fatto nulla, spiegherò io tutto». Invece si è avvalso della facoltà di non rispondere. «Abbiamo molto apprezzato la disponibilità della procura di Torino – ha detto il suo avvocato Gian Luigi Tizzoni – che ci ha permesso di concludere questo adempimento processuale, la scelta di non rispondere all’interrogatorio è coerente con la linea difensiva che abbiamo concordato».