TRIESTE Quasi novemila euro per una pallonata. Un tiro che anziché arrivare in porta era finito sul collo di un’ignara bagnante con l’unica “colpa” di essere stata in quel momento su una spiaggia diventata una sorta
di campo di calcio. Questa cifra la dovrà sborsare Monica B., 52 anni. È la mamma di un ragazzino che – nel corso di una partita di calcio nello stabilimento della Caravella a Sistiana – aveva appunto colpito con una
pallonata al capo una bagnante, che era finita riversa sulla sabbia priva di sensi. A pronunciare la sentenza è stata la giudice di pace Stefania Bernieri di Lucca. Non ha accolto le richieste del pm che aveva proposto l’assoluzione.
Nella decisione ha prevalso la tesi dell’avvocato William Crivellari, il legale di parte civile. L’avvocato Roberto Corbo, difensore della mamma del goleador, ha annunciato appello. In particolare la giudice ha condannato la mamma del ragazzino a mille euro di multa per le lesioni colpose (giudicate poi guaribili in 30 giorni) e ha riconosciuto poi un risarcimento per l’ammontare di 7880 euro. Assolti gli altri due genitori, assistiti dagli avvocati Francesco Camerotto e Antonio Santoro.
La data è quella del 12 agosto del 2011: una giornata di caldo torrido. La donna poi colpita dalla micidiale pallonata si trovava in riva al mare e stava facendo un castello di sabbia con i figli piccoli. A causa del colpo aveva perso i sensi. Era stata soccorsa da alcuni presenti e poi era giunta l’ambulanza del 118 che l’aveva trasportata a Cattinara. Nel frattempo erano arrivati gli agenti di una pattuglia del Commissariato di Sistiana. I quali in breve avevano identificato i tre minorenni. E poi i loro genitori che prendevano il sole. Il pm titolare delle indagini, al termine dell’istruttoria preliminare, aveva chiesto l’archiviazione del procedimento: aveva ritenuto che non fosse individuabile l’autore reponsabile della pallonata che aveva colpito appunto la donna al collo. Ma l’avvocato di parte civile ha presentato opposizione e quindi il procedimento si è sviluppato nell’udienza davanti al giudice di pace il quale ha ordinato la formulazione dell’imputazione nei confronti dei tre genitori dei ragazzini che avevano giocato a calcio. È emerso nel corso dell’istruttoria dibattimentale che i tre ragazzini stavano giocando con un pallone di cuoio in una zona in cui è vietato. Questo sebbene altre persone avessero chiesto loro di smettere. E che tutto questo era avvenuto mentre i genitori si trovavano a poche decine di metri di distanza, appunto a prendere il sole.
Al termine dell’udienza il pm ha chiesto l’assoluzione per tutti gli imputati. Al contrario l’avvocato di parte civile ha insistito chiedendo la condanna del genitore dell’ultimo ragazzo che ha aveva colpito il pallone, lanciandolo contro una bagnante. Che non era il portiere, ma una mamma che stava facendo un castello di sabbia con i suoi figli.