Google, Amazon e Ikea pronti a commercializzare polizze ?

Il colosso informatico californiano di Mountain View, Google, ha ottenuto in 26 degli stati degli USA, la licenza per vendere polizze auto. E’ il naturale approdo di un percorso intrapreso da

Google nel mercato assicurativo mondiale. Già in alcuni paesi europei come il Regno Unito ad esempio, è attivo il servizio Google Compare Car Insurance, che consente agli utenti, tramite il

semplice inserimento della targa del proprio autoveicolo, di comparare la convenienza delle proposte assicurative di diversi player del mercato. Vox populi danno come imminente lo “sbarco” in Italia di questo servizio e della vendita on line di prodotti assicurativi. La questione ha messo in allarme le compagnie italiane cosiddette tradizionali che sono disposte, dichiara Massimiliano Livi, managing director di Accenture, a investire nei prossimi tre anni ben 44 milioni di euro in tecnologia. E quattro imprese su dieci pensano già ad acquisire start up.

 

Nel 2013 e nel 2014 gli affari delle compagnie assicurative sono andati bene (grazie anche ai risparmi sui risarcimenti) anche per quanto riguarda la raccolta nel settore vita che invece aveva visto un 2012 caratterizzato da deflussi. Non possono comunque permettersi di abbassare la guardia: l’enorme quantità di dati di cui dispone Google degli utenti della rete potrebbe conseguire il vantaggio di offrire proposte assicurative mirate.

Il mercato non fa gola solo a Google ma anche ad Amazon che si sta attrezzando per competere nel mercato della vendita on line delle polizze assicurative.

Ma in questa “Babele” si sta facendo largo anche IKEA. ll più grande retailer di mobili al mondo dal primo di ottobre del 2014, in alcuni store in Svezia, ha iniziato a vendere coperture assicurative per la gravidanza e l’infanzia, marcate Omifall, con l’intento di offrire di li a poco anche garanzie per la casa.

Il progetto iniziale è quello di puntare sui 2,5 milioni di membri del loyalty club svedese e di espandere il ramo assicurativo all’estero in un momento successivo.

Non mi piace parlare di crisi ma, di un mercato in cui le regole sono profondamente cambiate. In questi nuovi scenari mi ero convinto che la qualità del servizio, l’attenzione al cliente, la competenza e la professionalità fossero le armi vincenti per continuare ad operare con soddisfazione. Anche nel mercato assicurativo. Comprendere le condizioni generali di assicurazione, ovvero i termini di quel contratto che stipuliamo con la compagnia assicurativa, non è cosa semplice. Nemmeno per quanto riguarda la polizza di responsabilità civile auto. Non credo che il 100% della popolazione sia in grado di interpretare autonomamente, senza cioè l’ausilio di un professionista (che per esercitare la sua professione ha dovuto conseguire l’abilitazione e mantenerla aggiornata), le clausole di risarcimento in forma specifica, di incedibilità del credito, di rinuncia alla rivalsa per guida in stato di ebrezza, etc. Figuriamoci di interpretare quelle più complesse di un prodotto che dovrebbe mettere al riparo la propria salute, la propria abitazione o la propria professione. Mentre questa autonomia culturale, sarebbe richiesta per l’acquisto della polizza on line. Sembra invece che l’unico discrimine per l’utente sia il prezzo. Infatti, il 72% delle persone che acquistano una polizza, fa prima una indagine on line.

Quando ci sarà da gestire l’eventuale sinistro, sono sicuro che ne vedremo delle belle!

Ad maiora.

Fonte

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