Fazio e Consorte, in appello pene ridotte Niente confisca a Unipol

MILANO — Regge nelle fondamenta ma perde parecchi pezzi, e in particolare il bottino di quasi 90 milioni di euro, il processo d’Appello all’allora Governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, per «concorso in aggiotaggio» nella scalata della Banca Popolare di Lodi alla Banca Antonveneta, tentata da Giampiero Fiorani e stoppata dai pm milanesi Perrotti e Fusco nell’estate 2005 dei «furbetti del quartierino». E la sentenza della Corte (presidente Cerqua, a latere Caccialanza e Torti) si avvia in Cassazione già con l’ipoteca di una prescrizione incombente fra ottobre e dicembre.

 

 

Regge l’aggiotaggio, e con esso la «prima volta» di un Governatore condannato per avere moralmente concorso a manipolare quel mercato finanziario che avrebbe dovuto tutelare: anche se, tra alcuni segmenti di prescrizione e le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti, la pena scende da 4 anni a 2 anni e mezzo. Fiorani, che nel 2008 patteggiò 3 anni e 3 mesi per associazione a delinquere, truffa e appropriazione indebita, qui ha non più 20 ma 12 mesi in continuazione. Gli ex vertici di Unipol e compagni di strada di Fiorani, Giovanni Consorte e Ivano Sacchetti, scendono da 3 anni a 1 anno e 8 mesi, mentre 18 mesi vanno all’immobiliarista Luigi Zunino (pena sospesa).

Ma vengono assolti gli 8 investitori lodigiani che per l’accusa erano stati reclutati da Fiorani per rastrellare azioni: e quel che più conta per Carlo Baietta, Marcello Dordoni, Giuseppe Aggradi, Luigi Gallotta, Gianpiero Marini, Luigi Pacchiarini, Paolo Raimondi e Sergio Tamagni è che l’assoluzione «per non aver commesso il fatto» reca in dote anche la revoca della confisca in primo grado dei loro 50 milioni di plusvalenze. Lo stesso vale per i 39,6 milioni guadagnati da Unipol prima della data nella quale iniziò l’aggiotaggio. E festeggia anche il senatore pdl Luigi Grillo, la cui assoluzione «per non aver commesso il fatto» cancella la condanna in primo grado a 2 anni e 8 mesi per concorso in aggiotaggio e appropriazione indebita: «Ripagata la mia fiducia nella giustizia», esulta, mentre ricorreranno in Cassazione tutte le difese, da Fazio («una sentenza per noi deludente») a Consorte («l’impianto accusatorio è di fatto smontato»). Sentenza nulla su Bruno Bertagnoli, un po’ «per difetto di correlazione tra accusa e sentenza», e un po’ per «mancanza della richiesta del Guardasigilli a Montecarlo»; infine 4 anni e 3 mesi per riciclaggio all’avvocato Francesco Ghioldi.

Domani, peraltro, Consorte e Sacchetti avranno la per loro più importante sentenza d’Appello nell’altro processo per la scalata parallela di Unipol a Bnl sempre nel 2005, nel quale è imputato anche Francesco Gaetano Caltagirone. E sulle rispettive curve di tifoserie il pre-partita è già iniziato. Il presidente di Bnl, Luigi Abete, critica ad esempio gli «interventi su alcuni giornali, le interrogazioni parlamentari e le richieste di ispezioni ministeriali», che giudica «non casuale coincidenza ispirata dalla volontà di arrivare alla prescrizione. Caltagirone? Lui è un imprenditore, erano gli altri a fare “i furbetti”».

Luigi Ferrarella

Fonte

Condividi questo contenuto sulla piattaforma che preferisci.

Facebook
Twitter
LinkedIn
Telegram
WhatsApp
Email
Stampa

Accedi con le tue credenziali

 per usufruire di tutti i servizi riservati agli associati U.L.I.A.S.

Nel caso non fossi ancora registrato, puoi richiedere adesso l’accesso che verrà validato dopo il versamento della quota associativa.