Ora manca il voto favorevole della Camera, che appare scontato. Il provvedimento punta a alleggerire la responsabilità professionale
LA LEGGE sul rischio clinico e la responsabilità dei medici è passata al Senato. Manca adesso solo il voto favorevole della Camera, che appare scontato visto che è da lì che arriva la norma, e una delle norme fondamentali per la sanità degli ultimi anni sarà realtà. Nel testo è previsto tra l’altro che il medico che provoca un danno a un paziente per imperizia ma avrà rispettato le linee guida o le buone pratiche assistenziali, non sarà punibile penalmente per colpa. E’ quanto previsto dall’articolo 6, destinato ad inserire una nuova norma nel codice penale (“Responsabilità colposa per morte o lesioni personali in ambito sanitario”), uno dei passaggi chiave del Ddl Gelli.
L’errore medico. Della nuova norma si è discusso per mesi, tra cambiamenti e integrazioni, anche sulla base di quanto suggerito dai professionisti allo stesso Federico Gelli, deputato pisano e responsabile della sanità del Pd. Si tenta da un lato di alleggerire la responsabilità professionale e ridurre così la medicina difensiva, legata proprio al timore dei professionisti di finire davanti a un giudice, cosa che spesso li porta a sbagliare o a evitare trattamenti complessi. Dall’altro lato la legge vuole rendere più facile e veloce al paziente la possibilità di ottenere un risarcimento del danno subito in corsia. E dunque la responsabilità civile del medico diventa “extracontrattuale”, cosa che obbliga la persona che ha subito un danno in ospedale a dimostrare la colpa di chi l’ha curata, ma quella della struttura sanitaria resta “contrattuale”, e quindi in questo caso il spetta all’ospedale o alla Asl provare di non avere responsabilità. Si tratta di un modo per permettere al cittadino di rifarsi prima di tutto sul soggetto economicamente più solido, cioè la struttura pubblica.
La norma. Ma la norma prevede anche l’obbligo di tentare una conciliazione stragiudiziale prima di finire davanti a un tribunale. Questo servirebbe a rendere più brevi i tempi dei risarcimenti evitando di far partire un processo. In più, tra l’altro, si obbligano tutte le strutture sanitarie ad essere assicurate e permette al cittadino di fare un’azione diretta nei confronti della compagnia di assicurazione se non riesce ad ottenere il denaro dalla Asl. Inoltre viene costituito un fondo di garanzia per i pazienti che si trovano davanti una società assicurativa fallita, scomparsa o che comunque non è un grado di coprire il danno.
Sicurezza delle cure. Nel Ddl Gelli, tra l’altro, si stabilisce che la sicurezza delle cure è parte integrante del diritto alla salute e si promuove in tutte le strutture sanitarie la nascita di un centro per il rischio clinico, che valuti appunto gli errori dei professionisti e adotti politiche per prevenirli.