E il conflitto d’interesse nel nuovo testo sulle assicurazioni Riccardo Sabbatini 29/01/2015
Tagliando assicurativo Tagliando assicurativo “Un’authority pubblica può delegare ad un soggetto privato i suoi compiti di vigilanza? Nel nuovo testo unico delle assicurazioni (Tua), sul quale il
ministero dello sviluppo economico ha avviato una consultazione, è contenuta una norma che fa discutere. Nel nuovo art.189 del Tua l’Ivass (l’istituto di vigilanza sulle assicurazioni) potrà avvalersi di società di revisione per effettuare ispezioni presso una compagnia “con onere a carico dell’impresa”. A nessuno può sfuggire il potenziale conflitto di interessi. Il mercato delle società di revisione è molto concentrato – i soggetti che contano sono 4-5 – e soprattutto i più grandi gruppi assicurativi finiscono per avere rapporti con tutti a causa degli obblighi di rotazione del revisore imposti dalla regolamentazione. Non è in discussione la competenza tecnica di queste società ma il rischio è quello di ispezioni addomesticate nella previsione di futuri “ingaggi”. C’è poi una questione di soldi. Le compagnie d’assicurazione già pagano contributi di vigilanza all’Ivass e, se la norma passasse così com’è, pagherebbero il doppio per avere lo stesso servizio.
Ben si comprende come la modifica del Tua sia maturata. Il regulator assicurativo, per effetto nella nuova disciplina prudenziale di Solvency II, è alle prese con un aumento significativo della propria attività. Deve tra l’altro scrutinare complessi modelli interni di valutazione dei rischi che le imprese gli stanno presentando. È presumibile che vada alla ricerca di professionalità che non trova al suo interno. Ma sarebbe meglio chiedere collaborazioni con singoli professionisti invece di ricorrere ad una società di revisione. Non è chiaro che accadrebbe se quel revisore facesse male il suo lavoro posto che la responsabilità sulla vigilanza rimarrebbe comunque a carico dell’Ivass. Quando una grave crisi societaria chiama in causa il loro operato – è accaduto per le società di revisione e per le rating agency – i regolatori impongono controlli più severi ma poi finiscono per attribuire agli stessi soggetti compiti pubblicistici nell’ambito della vigilanza. Ponendo così le condizioni per scandali futuri”.