Il pubblico ministero chiede 2 anni per Filippo Vaccaro, il meccanico che poi aveva collaborato con gli inquirenti, incastrando carabinieri, un poliziotto, un finanziere e decine di automobilisti
CAORLE. Dopo le 22 condanne e due assoluzioni, per le truffe alle assicurazioni registrate a Caorle tra il 2005 e il 2010, e che hanno coinvolto l’ex comandante della stazione dell’Arma del
centro balneare, il maresciallo Ciro Dalla Zeta, altri quattro carabinieri, l’ex responsabile della polizia stradale di Portogruaro e un finanziere di Caorle, lunedì il pubblico ministero Paola Tonini ha chiesto due anni, due mesi e dieci giorni di reclusione per il carrozziere Filippo Vaccaro, il principale complice del sistema di truffe messo in piedi a Caorle dal maresciallo Ciro Dalla Zeta. Carrozziere che, dopo l’arresto, decise di collaborare con la giustizia.
Per la maggior parte gli imputati, ben venticinque, sono stati «incastrati» dal carrozziere. Il primo a finire nei guai è stato il maresciallo Ciro Dalla Zeta, che è finito anche in manette oltre che per truffa, anche per falso, simulazione di reato e detenzione abusiva di sei pistole e un fucile. Quattro anni fa il sottufficiale è stato condannato a sei anni di reclusione così come aveva chiesto il pubblico ministero di Venezia, Paola Tonini, che ha condotto le indagini con i carabiniri del nucleo investigativo di Mestre, e che ha convinto il carrozziere complice di Dalla Zeta a confessare decine di altri episodi di truffa alle assicurazioni che hanno coinvolto ben venticinque persone. Erano tutti d’accordo: il carrozziere, il perito inviato dall’assicurazione per valutare i danni, il liquidatore e naturalmente l’automobilista e tutti ci guadagnavano a scapito delle società assicuratrici. Alcuni degli imputati hanno risarcito, altri invece hanno scelto di affrontare il processo puntando sull’assoluzione.
di Carlo Mion