Il ministero della Salute riapre i giochi sulle nuove tabelle risarcitorie dei danni fisici gravi. Nei giorni scorsi si era diffusa l’aspettativa che il ministro Renato Balduzzi fosse pronto a presentare alla
prossima riunione del Consiglio dei ministri il provvedimento che ridetermina, sottraendoli ai tribunali, i rimborsi per coloro che hanno subito gravi menomazioni fisiche (tra 10 e 100 punti di invalidità) in seguito a un incidente. Cosa che, riducendo i precedenti importi, avrebbe avuto come effetto quello di ridurre le tariffe dell’Rc auto i cui risarcimenti dipendono per ben il 40% da simili spese. Ma non sarà così. Balduzzi ha deciso di prendere tempo mettendo intorno a un tavolo tutte le associazioni interessate al provvedimento (assicurazioni, vittime di incidenti, consumatori, legali) per giungere a nuove tabelle condivise.
Attualmente le stime sulla riduzione dei risarcimenti, per effetto del provvedimento in discussione, variano dal 10% (assicuratori) al 50% ipotizzato dalle associazioni dei legali. A spiegare il gap è il modo con il quale è valutato il cosiddetto danno morale di un grave danno fisico, cioè quanto eccede dal calcolo psico-fisico vero e proprio (il cosiddetto danno biologico). Attualmente le tabelle risarcitorie del Tribunale di Milano, quelle più in uso nelle circoscrizioni giudiziarie italiane, includono nel calcolo anche il danno morale che invece le tabelle ministeriali (unicamente concentrate sul danno biologico) non considerano lasciandolo alla discrezione dei tribunali. L’intento di Balducci – a quanto si apprende – sarebbe quello di integrare anche questa voce nel provvedimento in discussione per dare certezze sull’entità dei rimborsi limitando l’arbitrio dei giudici. Il nuovo colpo di scena giunge al termine di un iter assai travagliato, avviato sette anni or sono quando il nuovo Codice delle assicurazioni impose di determinare le tabelle risarcitorie. Nel corso di questi anni la bozza di provvedimento ha superato l’esame iniziale del ministero della Salute, di quello dell’Economia e, nel 2011, ha anche avuto il via libera del Consiglio di Stato. Sembrava fatta ma ora interviene un nuovo stop.
Gli assicuratori, questa volta in sintonia con le associazioni dei consumatori, hanno dichiarato a più riprese che le nuove tabelle avrebbero portato con sé una riduzione tariffaria fino al 5 per cento. Naturalmente ipotizzando un taglio del 10% rispetto alla spesa attuale. Anche all’indomani dei tagli, i rimborsi italiani sarebbero comunque rimasti i più generosi del continente e di entità notevolmente superiore ai risarcimenti pagati dall’Inail per gli incidenti sul lavoro. In attesa che i “tavoli” ministeriali diano i loro frutti c’è intanto il rischio che le tariffe Rc auto, già le più alte d’Europa, lievitino ulteriormente per effetto dei “danni gravi”. Recentemente infatti il Tribunale di Milano ha aggiornato all’inflazione le sue tabelle (con ritocchi superiori al 5%), cosa che non tarderà a riverberarsi sul costo delle coperture assicurative.
© RIPRODUZIONE RISERVATA