Parecchi oggi avranno letto, nella perplessità piu’ assoluta, le dichiarazioni del Presidente dell’Ania, Aldo Minucci, in merito alle “modifiche” intervenute nel “pacchetto liberalizzazioni”, per il settore RCauto. In particolare, quelle in merito all’eliminazione della “territorialità” dalle tariffe RCauto.
La prima domanda è d’obbligo: essendo la polizza Rcauto un contratto disciplinato dalla Legge italiana e dalle severe norme europee sulla trasparenza e l’informativa a favore del consumatore, perchè usare il termine “eliminazione”? La territorialità non è indicata in nessun punto delle condizioni che regolano questo contratto! Nessuno! Come si può eliminare qualcosa che non c’è, che non esiste…che non è prevista da alcuna norma giuridica. Anzi, abbiamo una Costituzione, un articolo 3, che vieta qualsiasi forma di discriminazione.
Poi, il Presidente dell’Ania si preoccupa che, questa eliminazione della territorialità, potrebbe comportare probabili violazioni di norme europee comunitarie. Insomma, a suo parere, tutto cio’ scatenarebbe le ire della UE.
A dir il vero, le ire della UE ora sono concentrate sull’ISVAP.
Aggiorniamo l’ANIA, che non è informata su tutto quello che succede alla UE.
Dopo la discussione della Petizione contro la discriminazione assicurativa di MO BAST! e Federconsumatori, avvenuta a Bruxelles il 20/12/2011, la UE è intervenuta, per la prima volta dalla liberalizzazione del 1994, presso gli organi di controllo italiani (ISVAP), , chiedendo chiarimenti sull’operato delle compagnie assicurative in merito a questa discriminazione.
Le ire della UE? E’ pazzesco ignorare e continuare ad essere sordi verso le urla di protesta dei consumatori.
Allora, eccole le ire della UE. Queste sono le parole conclusive della Presidente della Commissione Petizioni UE, l’On. Emilia Mazzoni. Le legga, Dott. Minucci:
“Ci sono delle situazioni che hanno bisogno di una spiegazione e che necessitano di un intervento”. I dati sono inoppugnabili . Se è pur vero (parzialmente) che c’è un principio di competenza nazionale, è anche vero che a monte c’è una legislazione comunitaria che:
* o non è stata correttamente recepita dall’Italia e quindi l’Unione Europea è competente e deve intervenire!
* oppure non è stata pienamente recepita e l’Unione Europea deve intervenire;
* oppure non viene correttamente applicata dall’Italia, e l’Unione Europea deve intervenire”.
Invitiamo, dunque, l’ANIA ad aggiornarsi. Le ire della UE ci sono, e sono contro questa assurda discriminazione di cui sono vittime i cittadini di mezz’Italia.
Poi, la preplessità aumenta ancora di piu’, soprattutto quando il Presidente ANIA (a proposito dell’emendamento che costringerebbe le compagnie ad applicare sconti ad assicurati che non fanno incidenti) recita queste testuali parole “in questo modo, salta la logica mutualistica, su cui si fonda l’industria assicurativa”.
Come si può parlare di “logica mutualistica di un’industria” senza rispettare una logica mutualistica di una Legge?
La Legge 990/69 è nata per “tutelare i cittadini”. La tutela di un cittadino: questa è mutualità. Il concetto mutualistico della Legge è stato stravolto da anni ed anni di perpetrata mancanza di trasparenza e di equità delle Compagnie assicurative.
Un giovane 18enne decide di comprare un’auto. Il costo “medio” di una polizza assicurativa , per un residente in alcune zone del Sud Italia, si aggira intorno ai 3.000 Euro. Questa è la realtà. Il concetto mutualistico è saltato! La Legge 990/69, in tante zone del Sud Italia, è fallita.
Certo, Presidente Minucci. Oggi, nelle nostre città, circolano 1/3 delle autovetture sprovviste di copertura assicurativa. E, migliaia di cittadini onesti, anche pagando, immotivamente, tariffe in media 3 volte superiori al resto d’Italia, si potrebbero trovare a subire un danno da un’autovettura non assicurata!
Se questo settore è in deficit, se questa Legge è oramai inefficace, se oggi avviene che, in un paese dichiarato civile, i cittadini si sentano violati da offerte economiche assurde ed illogiche, la colpa è solo da addebitarsi a chi, negli ultimi anni, ha mal gestito questo settore!
Migliaia di assicurati onesti, che in tanti anni non hanno denunciato alcun sinistro, sono “etichettati” potenziali truffatori, Ma, quanti sinistri le compagnie assicurative hanno liquidato, nonostante gli assicurati abbiamo inviato lettere di disconoscimento?
Quante denuncie od opposizioni a liquidare i danni, avete fatto? Quanti medici consenzienti avete denunciato?
E, dove sono le statistiche dei sinistri per ogni singola compagnia? Divisi per ogni singola provincia?
Da dove nascono i vostri aumenti indisciplinati? Quali calcoli eseguite? Dove sono? Dove li pubblicati ? Perchè non ci sono indicazioni nei nostri contratti: TRASPARENZA!!!!! Queste sono informazioni basilari quando viene trattato un “ramo assicurativo obbligatorio per legge”.