Il mercato assicurativo italiano nel 2012 ha registrato una flessione per il secondo anno di seguito. I premi raccolti nella penisola sono diminuiti del 4,6% a 105,1 miliardi, una frenata
comunque più contenuta rispetto a quella del 2011 (-12,5%). I dati giungono dall’Ivass, il regulator del settore, e confermano le stime di mercato già rese note nelle scorse settimane. Ancora una volta il calo della raccolta è stato più sensibile nei rami vita (69,7 miliardi, – 5,6%) dove la situazione tuttavia non è omogenea. A fronte di una decisa frenata nel ramo I delle polizze tradizionali (51 miliardi, -9,7%) sono invece in ripresa i contratti di natura finanziaria (index ed unit) con una produzione di 13,8 miliardi, +10,5 per cento. È in espansione (+22,7%, a 1,9 miliardi) anche la raccolta di polizze previdenziali (ramo VI) e quella dei fondi pensione (11,7 miliardi, +17,2%) su cui hanno probabilmente influito anche gli effetti della riforma pensionistica Fornero.
Per quanto attiene ai rami danni la diminuzione della raccolta è più contenuta (-2,6% a 35,4%) ma coinvolge per la prima volta anche il comparto della Rcauto (17,6 miliardi, -1,2%), il segno dell’esaurirsi delle spinte ai ritocchi tariffari ed anche della contrazione delle masse assicurate dipendente dal calo delle immatricolazioni. L’impatto della crisi economica è particolarmente evidente anche nella riduzione della produzione nelle coperture incendio e furti automobilistici (-8,4% a 2,6 miliardi), nei rami credito (-59% a 84 milioni) e cauzioni (-16,5% a 388 milioni). In controtendenza sono, invece le polizze per l’assistenza (471 milioni, +5,7) e la tenuta di quelle relative alla responsabilità civile generale (+0,2% a 2,9 miliardi).
Dalle tabelle dell’Ivass emergono trend nuovi nel settore della distribuzione assicurativa. Nel settore vita è calata di sei punti la quota di mercato del canale bancario e postale (dal 54,8 al 48,6) a vantaggio delle reti di promotori finanziari saliti in un anno dal 18,3 al 23,3 per cento. Nel settore danni non è in discussione l’egemonia delle agenzie tradizionali (81,3% del portafoglio) ma nella Rc auto il canale diretto ha guadagnato nuove posizioni (dal 6,9 al 7,9 per cento).
R.Sa.