Teofilatto (Aniasa): «Le troppe tasse stanno facendo diminuire il gettito invece di aumentarlo e frenano gli investimenti» DI EMILIO RIZZI
A ncora nessuna luce in fondo al tunnel per il settore dell’auto. Secondo i dati del ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture a febbraio di quest’anno il numero
delle nuove immatricolazioni ha registrato una flessione del 17,4 per cento, scendendo a 108.419 dalle 132.024 vetture dello stesso mese dell’anno scorso.
Meno noli
Una riduzione che ha colpito anche il noleggio a lungo e breve termine. I dati dei primi nove mesi del 2012 «mostrano segnali negativi», spiega Pietro Teofilatto, direttore della sezione noleggio a lungo termine di Aniasa, l’Associazione nazionale industria dell’autonoleggio e servizi automobilistici, «il fatturato complessivo registra un calo del 5 per cento, dovuto principalmente al minor numero di veicoli venduti al termine della locazione (che scontano anche la generalizzata riduzione del valore medio dei veicoli usati), nonché al downgrading della gamma di veicoli. Forse raggiungeremo il pareggio di bilancio, ma il prezzo rischia di essere incongruo per tutti: aziende, privati e per lo Stato»
Facile l’equazione: meno vetture vendute uguale minore introito per l’Erario (solo l’Iva del settore ammonta nel 2012 a 2,3 miliardi). Accanto a una pressione fiscale crescente, anche altri elementi hanno influito negativamente sul comparto: gli aumenti dei carburanti, dei pedaggi autostradali, delle assicurazioni, le difficoltà di accesso al credito e la forte caduta degli indicatori Istat di fiducia delle imprese e dei consumatori.
Impatto negativo
Secondo il centro studi Promoter il fortissimo rincaro della tassazione ha avuto un impatto così negativo sui consumi che il gettito fiscale di dicembre, invece di aumentare, è calato di ben il 7,2 per cento con una perdita secca per l’Erario di 229 milioni e con la prospettiva di un calo di gettito di ben 2,6 miliardi nell’intero 2013. «Tutti i player del settore dell’auto, dalle case automobilistiche alle associazioni di categoria, hanno perso una grande occasione per riportare al centro del dibattito elettorale il problema auto — osserva Pierluigi Bonora, presidente di Mobilità auto —. È venuto il momento di fare un’azione di lobby per trasformare il settore dell’automotive da un bancomat da cui prelevare in continuazione a un driver di sviluppo per il futuro». Partendo anche da un segmento di mercato che ha avuto un inatteso cambio di rotta. «Dopo un 2011 contrassegnato da un +5,3 per cento di immatricolato che faceva sperare in una graduale ripresa — chiosa Teofilatto — nel primi mesi del 2012 si sono fatti via via più nitidi i segnali negativi. Si sta infatti verificando un progressivo rallentamento del business, che vede scendere al terzo trimestre 2012 le immatricolazioni del 13,4 per cento. Unica, piccola, soddisfazione vedere salire l’incidenza del noleggio di ben 3 punti percentuali rispetto al 2011, passando dal 33,8 per cento al 36,8 per cento del parco circolante totale».
Meglio piccole
Dall’analisi della struttura del mercato si sono registrate perdite a doppia cifra in ogni segmento: dai privati (-13,5%), alle società (-23,1%) passando per la locazione senza conducente (-32,4%). Fanno registrare un andamento migliore della media nazionale le city car e utilitarie che, complessivamente, raggiungono il 60% di quota sul totale delle immatricolazioni, il miglior risultato di sempre (fatta eccezione del periodo 2009 e 2010 in cui erano in vigore gli incentivi per le vetture). Un crescente interesse per le «piccole» dovuto alle difficoltà economiche generali e alla presenza di modelli con alimentazioni gpl e metano (due segmenti che a gennaio 2013 hanno ottenuto rispettivamente una quota di mercato del 9,8 per cento e del 4,8 per cento). Da segnalare anche la crescita del 132 per cento delle ibride, grazie alla commercializzazione di importanti nuovi modelli, che raggiungono una quota quasi tripla rispetto allo 0,84 per cento rispetto all’anno scorso. In netta controtendenza rispetto agli ultimi mesi del 2012 il mercato dell’usato, che a febbraio risulta poco sopra i livelli di un anno fa, 343.403 trasferimenti di proprietà al lordo delle minivolture a concessionari (+1,1 per cento), mentre il primo bimestre 2013 totalizza volumi del 3,6 per cento superiori a quelli del primo bimestre 2012 (713.544 contro 688.978 trasferimenti di proprietà).
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