MILANO — È tra la sanzioni più alte mai comminate dalla Consob per aggiotaggio manipolativo di un titolo in Borsa: 5,3 milioni a Salvatore Ligresti, l’ex patron della
galassia Premafin-Fonsai; con lui sono stati multati i suoi prestanome Giancarlo De Filippo e Niccolò Lucchini, 3 milioni ciascuno. In totale 11,3 milioni che fanno del procedimento il più pesante mai emesso dalla Consob insieme con quello a Ifil-Exor (16 milioni poi ridotto a circa 6) e a Stefano Ricucci (10,4 milioni, poi dimezzati a 5,4).
Si conclude così un’inchiesta amministrativa aperta in seguito ai movimenti anomali del titolo Premafin tra il 2 novembre 2009 e il 16 settembre 2010, il cui valore «artificiosamente divergeva» da quello dell’unica sua partecipazione, Fonsai. In sostanza, il primo saliva, il secondo scendeva. Il sospetto era che qualcuno stesse manipolando le azioni, per tenere alto il valore di Premafin. A febbraio 2012 il dossier dell’Authority presieduta da Giuseppe Vegas sulle manipolazioni di Premafin è anche approdato sul tavolo del pm milanese Luigi Orsi che sta indagando sul crac delle società della famiglia Ligresti, Sinergia e Imco (controllanti di Premafin). Dei 5,3 milioni, 300 mila sono la multa per non aver diffuso a febbraio 2012 una nota sui trust richiesta da Consob.
La manipolazione di Premafin accertata dalla Consob è stata effettuata attraverso due veicoli basati in Paradisi fiscali ai Caraibi: The ever green security Trust, delle Bahamas, e il Heritage Trust, di Panama. In 161 delle 223 giornate di Borsa questi due trust hanno venduto in asta di chiusura e poi ricomprato Premafin, così da tenerne alto il valore. I due veicoli — pur senza averlo mai dichiarato — possedevano il 20% di Premafin fin dal 1993, anno di Tangentopoli (nella quale Ligresti fu implicato e arrestato). Era stato proprio l’ingegnere di Paternò a vendere fino al 24,5% della società «allo scopo di proteggere il proprio patrimonio», sottolinea la Consob. Il sistema si è poi ampliato attraverso la creazione di altri trust.
I motivi della manipolazione per Consob sono chiari: sostenere Premafin, le cui azioni erano in pegno alle banche, nell’ambito della ristrutturazione del debito di Sinergia-Imco, dichiarate fallite lo scorso giugno. L’inchiesta di Milano, chiusa di fatto la parte sull’aggiotaggio, sta procedendo con l’ipotesi di bancarotta fraudolenta nel ricostruire i motivi che hanno spinto Ligresti alle manipolazioni. Il sospetto è che Sinergia fosse insolvente almeno dal 2010 e che le banche abbiano cercato di cautelarsi caricando i debiti sull’immobiliare Imco, più solida. Non a caso un mese fa il tribunale fallimentare ha escluso dai debiti di Imco l’ipoteca a favore di Unicredit sull’area Cerba a Milano.
Fabrizio Massaro fmassaro@corriere.it
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