I ladri d’auto e i furti “hi tech” In un anno quattromila denunce

furtoI nuovi sistemi d’allarme sembrano favorire i ladri. Tempi dimezzati e fughe rapide.

PALERMO – Uno degli ultimi ladri d’auto finiti in manette nel 2016 è stato trovato con vari arnesi per lo scasso, centraline, chiavi e blocchetti di accensione. Un “kit” rudimentale che un 46 enne stava per utilizzare in via dei Nebrodi per rubare una Fiat Panda, uno dei modelli sul podio delle macchine che finiscono maggiormente nel mirino. E’ stato sorpreso dai carabinieri poco prima delle 23, era una notte di metà dicembre: è salito a bordo della sua Seicento e si è dato alla fuga, dando vita ad uno spericolato inseguimento fino a viale Michelangelo, dove è stato bloccato.

Pochi giorni prima a finire in manette sono stati due giovani palermitani che avevano forzato un’auto in sosta in via Vittorio Veneto, a Bagheria. La polizia li ha arrestati in flagranza, così come sono scattate le manette in altri tre casi, rispettivamente in via Brigata Aosta, via dei Cantieri e nella zona dell’Albergheria.

I furti su auto a Palermo e provincia, in base ai dati forniti dalla questura, quest’anno sono diminuiti del 16 per cento: sono state 1297 le denunce, rispetto alle 1550 del 2015. Un fenomeno che continua comunque a collezionare numeri da capogiro e che ha fatto registrare ai carabinieri circa 180 denunce al mese. E se si considerano quelle che riguardano ciclomotori e motocicli, si arriva quasi a trecento. Le zone più colpite in città restano quelle centrali, dalla stazione centrale fino a viale Croce Rossa, dove i topi d’auto entrano in azione con modalità sempre più studiate. I nuovi sistemi di allarme sembrano infatti agevolare i malviventi e i tempi si dimezzano, specie quando a finire nel mirino sono modelli di ultima generazione, Mercedes Serie E, diversi modelli Bmw (come Serie 3, 5, X5 e X6) e tutti i modelli Range Rover.

Basti pensare che secondo il dossier LoJack, azienda leader nel rilevamento e recupero di beni rubati, che raccoglie e analizza i dati forniti dal Ministero dell’Interno, sono necessari soltanto quindici secondi per far sparire un’auto.  Alle tradizionali e rudimentali modalità utilizzate in passato per rubare i veicoli, dalla rottura del finestrino al furto delle chiavi, si sono aggiunte negli ultimi anni tecniche più ingegnose e meno rischiose, definite “ad alto tasso tecnologico”. Un modus operandi, insomma, in grado di beffare il proprietario della vettura anche quando pensa che la sua macchina sia in una botte di ferro.

I dispositivi oggi più utilizzati per portare a termine “furti d’auto hi-tech” sono i cosiddetti “sistemi di riprogrammazione della chiave” che attraverso la connessione alle porte di diagnostica a bordo del veicolo, consentono al ladro di ottenere una nuova chiave in pochissimi secondi o al massimo in un minuto. Lo dimostrano i casi in cui vengono recuperate auto rubate che non presentano segni di effrazione evidenti, chiara testimonianza del fatto che i ladri sono riusciti a portare via il mezzo mettendo fuori uso i sistemi di protezione del veicolo elettronicamente.

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