Si apre un nuovo mercato per le compagnie. Ma molte restano scettiche. Così trovare la polizza giusta non è semplice DI ROBERTO E. BAGNOLI E PAOLO GOLINUCCI
Premi vita in calo, tariffe rc auto che finalmente cominciano a scendere, altre coperture che scontano la grave crisi economica. Per un’industria assicurativa in forte affanno, può
rappresentare davvero una grande opportunità di crescita.
Dopo un anno di proroga, dal prossimo 13 agosto oltre due milioni di professionisti iscritti a Ordini, dai medici agli avvocati ai commercialisti, dovranno avere una polizza di responsabilità civile che rimborsi i danni procurati a terzi nello svolgimento dell’attività. Oltre un milione appartengono all’area sanitaria, in cui l’andamento tecnico è particolarmente pesante ed esistono grosse difficoltà a trovare una copertura. L’obbligo, infatti, è unilaterale, cioè non riguarda le compagnie, che saranno libere di non operare in questo settore. Quest’aspetto, contestato da alcune categorie professionali, è stato confermato dal legislatore per non derogare ai principi normativi sulla libertà d’iniziativa economica.
La situazione
Si stima che circa la metà degli operatori sia già assicurata, ma il bacino è comunque molto ampio, da 800 mila a un milione di nuovi contratti. E il mercato potenziale è ancora più ampio: la sensibilità verso la copertura sta infatti crescendo anche presso 3,5 milioni di operatori impiegati in circa duecento professioni non regolamentate, che cioè non prevedono l’obbligo d’iscrizione a un Ordine. Hanno le stesse esigenze di copertura anche se, per loro, l’obbligo non scatterà.
A quattro mesi dall’introduzione dell’obbligo, l’Rc professionale sarà al centro del convegno annuale dell’Aiba, l’Associazione italiana dei broker assicurativi, in programma per i prossimi giorni a Roma. «Non tutte le professioni soggette all’obbligo trovano soluzioni assicurative — sostiene Francesco Paparella, presidente dell’Aiba —. Per esempio nell’area economico-giuridica la maggior parte delle compagnie propone polizze per avvocati e commercialisti, ma non tutte assicurano periti commerciali, e ancora meno consulenti in proprietà industriale, spedizionieri doganali e attuari».
E il problema si complica ulteriormente per le professioni non regolamentate. «Poche imprese assicuratrici prevedono soluzioni per interpreti e traduttori, agenti immobiliari, consulenti informatici e aziendali — spiega Paparella —. In alternativa alla polizza individuale il professionista può spesso scegliere di aderire a una convenzione stipulata con i rispettivi ordini, a livello nazionale o locale». Sotto questo profilo il quadro è molto differenziato. «Alcuni hanno scelto di offrire coperture essenziali, e quindi mirare al maggior numero possibile di adesioni con la possibilità d’integrare individualmente la garanzia — dice Paparella —. Altri hanno scelto soluzioni più complete. È importante che ciascun sottoscrittore verifichi l’adeguatezza della soluzione rispetto alle sue caratteristiche professionali. Non è semplice valutare senza l’aiuto di un esperto l’adeguatezza di una polizza: gli elementi da valutare sono molteplici, e non tutti d’immediata comprensione». Nell’articolo qui a fianco alcuni consigli utili con l’indicazione delle clausole che devono essere presenti.
Le strategie
Punta sugli accordi locali Zurich Italia, una delle società più presenti in questo settore. «Le professioni su cui ci concentriamo sono avvocati, commercialisti, in particolare per quanto riguarda le funzioni di sindaco — spiega Camillo Candia, amministratore delegato di Zurich Italia — e poi, architetti e ingegneri. Per queste due ultime categorie abbiamo rivisto l’anno scorso il prodotto e la tariffa e siamo in grado di rivolgerci sia al progettista a inizio carriera con fatturati molto bassi sia a progettisti più esperti. Siamo interessati anche ai medici, ma con una disciplina molto rigorosa».
Fra le compagnie leader in questo settore vi è Aig. «Finora ci rivolgevamo soprattutto ai grandi studi professionali con premi di alcune migliaia di euro — spiega Roberto De Palma, responsabile rc professionale per i canali alternativi di Aig — ma, in vista dell’obbligo assicurativo, abbiamo abbassato il target anche agli operatori con fatturati decisamente più bassi. Guardiamo con attenzione all’area delle professioni non regolamentate, in cui sta aumentando fortemente l’interesse verso questa copertura. Nei mesi scorsi abbiamo aperto a Milano un’agenzia diretta di sottoscrizione». Anche Aig punta sugli accordi, locali o nazionali, con Ordini professionali. «In questo settore siamo già presenti con numerose convenzioni — dice De Palma — fra le altre con il Consiglio nazionale dei commercialisti e con la Cassa nazionale del Notariato». E per i prossimi mesi Aig sta valutando l’ipotesi di cominciare a operare anche nella rc sanitaria, in cui attualmente non è presente.
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