Due italiani su tre arrivano a fatica a fine del mese. E con queste disponibilità la casa sembra passare da investimento a miraggio. Un pessimismo di fondo sul futuro che
ancora non registra schiarite. Mentre negli ultimi giorni sulla scorta della risoluzione del tormentone americano del Fiscal cliff (almeno per il momento), le borse hanno preso il volo, il sondaggio di “Plus24” registra una realtà italiana ancora volta al pessimismo. Il sondaggio condotto a fine del 2012 fotografa la situazione con cui gli italiani vedono il nuovo anno. Italiani che, come si è detto, hanno aspettato il 2013 guardano le piste da ballo più in televisione che recandocisi di persona.
Come spiega Antonio Noto di IPR Marketing, che ha condotto la rilevazione: «Il giudizio sul 2012 non poteva certo essere positivo e quindi la registrazione della crisi dell’economia famigliare era un risultato atteso, ma ciò che invece è risultato inattesa è l’entita della crisi e lo spaesamento che gli italiani hanno nell’affrontare questo momento». E proprio questa situazione di incertezza non poteva non riflettersi sulla “più amata dagli italiani”, che nel caso degli investimenti resta ancora la casa. E infatti il mattone e i terreni restano in cima alle preferenze, ma, afferma Noto, «questo rappresenta una sorta di potenziale, in quanto diminuisce la quota di italiani che nel 2012 ha realmente investito in questi beni».
Inoltre, come emerge dal sondaggio, la maggioranza degli italiani non nutre fiducia in una ripresa già nel 2013, anzi sono molti a ritenere che le cose peggioreranno. Il rischio, come segnala Noto, è che «questa sfiducia verso il futuro a breve termine inciderà in maniera negativa sulla contrazione dei consumi, almeno per i primi mesi del 2013, anche in maniera indipendente dalle capacità reddituale degli italiani».
Facendo i conti dell’anno passato invece il 55% per cento stima di avere avuto un reddito minore rispetto al 2011, mentre il 36 ritiene di averlo avuto uguale, e solo il 6 pensa di aver migliorato la propria posizione. Il peggioramento è più sensibile negli over 65, tra i quali è minore anche la percentuale di coloro che stimano di avere migliorato la propria posizione: solo l’uno per cento. Entrate in calo e non sufficienti a coprire le spese: per il 50 per cento infatti il reddito percepito non è stato sufficiente a questo fine. E ancora la volta la percentuale più alta di chi è in difficoltà è rappresentata dagli over 65.
Chiedendo se le entrate consentono di arrivare a fine mese con molta o abbastanza difficoltà, si arriva al 66% degli intervistati: in pratica due italiani su tre faticano ad arrivare alla fatidica quarta settimana. Una situazione che trova conferma nel fatto che la stessa somma, ovvero il 66 per cento si raggiunge sommando coloro che spendono tutto il loro reddito per affrontare le spese ordinarie e coloro che hanno speso più di quanto hanno incassato e per far fronte alle uscite correnti devono intaccare i risparmi.
Se invece si va a chiedere perché non si sono acquistati specifici strumenti di investimento (non tutte le domande sono riportate nel testo qui accanto, per il testo completo del sondaggio si rimanda al canale Plus24 sul sito www.ilSole24 Ore.com), il reddito insufficiente è il motivo per cui non hanno risparmiato i giovani under 35: e questo nel 58% cento dei casi. Confermando il fatto, già emerso nei precedenti sondaggi di Plus24, che i giovani rispetto al risparmio rappresentano ormai una vera e propria “generazione esclusa”.
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