Generali, Cattolica guarda a Fata

di Anna Messia

Sono tutti in attesa di sapere chi comprerà la svizzera Bsi o chi sarà interessato a rilevare le attività riassicurative Usa di Generali.

Sono quelli i dossier più caldi del piano di dismissioni da 4 miliardi di asset non strategici annunciato dal nuovo ceo del gruppo Mario Greco. Ma ancora una volta, come già successo ad aprile con

la vendita del 12% del capitale di BancaGenerali, che ha fruttato 185 milioni ed è stata chiusa in poche ore, la prossima notizia in arrivo da Trieste potrebbe riguarda una partita più piccola. Un altro tassellino del piano di riassetto e riordino avviato da Greco. Si tratta di Fata Assicurazioni Danni, la compagnia controllata al 100% daGenerali, specializzata nel settore agricolo. Fata è l’acronimo di Fondo Assicurativo tra Agricoltori e si tratta di una società che ha premi per circa 430 milioni e che ha chiuso il 2011 con un utile di 8 milioni e un combined ratio del 98%. Conti in ordine, quindi, ma il business sembrerebbe poco funzionale alle attività di Generali in Italia, dove è stato avviato il piano di fusione tra le partecipate, che a luglio porterà alla nascita di Generaitalia, che ingloberà Ina Assitalia, Generali, Toro e Lloyd Italico.

Per Fata Danni si starebbe invece valutando la dismissione, ma senza dare avvio a una trattativa sul mercato.

La strada scelta sarebbe quella della trattativa individuale e dall’altra parte ci sarebbe la veronese Cattolica Assicurazioni, che tra l’altro con il mondo agricolo vanta storicamente un legame molto forte. Il gruppo guidato da Giovan Battista Mazzucchelli, interpellato ufficialmente, smentisce la trattativa, ma secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza i contatti sono ben avviati, anche se ancora non sono arrivati alla definizione di un prezzo. Cattolica, come detto, appare il gruppo più indicato per rilevare la compagnia che assicura le imprese agricole e gli imprenditori del settore. In questi mesi la compagnia veronese viene tirata in ballo per tutte le operazioni di dismissione avviate sul mercato. Dagli asset messi in vendita da Unipol-FonSai per ragioni Antitrust alle compagnie in via di dismissione da Banca Carige. «Ci muoveremo solo se capiterà l’occasione», ha dichiarato Mazzucchelli qualche settimana fa sulle pagine di questo giornale, «il che vorrebbe dire o qualcosa di molto buono pagato al prezzo giusto o qualcosa di meno buono a costo prossimo allo zero». Se Fata Danni risponderà a questo identikit si vedrà tra qualche settimana. (riproduzione riservata)

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