In Italia stipulare una polizza assicurativa per la propria auto è una tragedia. Il nostro Paese – a causa di truffe, sinistri, e tasse – è il più caro in Europa. Paghiamo addirittura il 45% in più degli altri Paesi del
continente.
Negli ultimi anni, però, molti cittadini si sono fatti furbi. Specialmente nel Nord Italia si stanno diffondendo a dismisura targhe straniere. Vi siete mai chiesti il perché? Il motivo è semplicemente: il risparmio. Di conseguenza sono sempre di più gli italiani che decidono di far immatricolare il proprio veicolo all’estero per risparmiare molti soldi tra assicurazione RC e bollo. Le mete favorite dagli italiani sono Romania, Bulgaria e tutti i Paesi dell’est europa. Tra questi però figura anche la Germania, dove non esiste il superbollo per grandi cilindrate.
Ma è legale? La Polizia locale tiene a precisare che qualsiasi auto che entri nel territorio italiano deve rispettare le nostre norme previste dal codice della strada. Detto ciò possiamo dividere in tre gruppi i veicoli non immatricolati in Italia.
Il primo gruppo è quello della Carta verde, in cui rientrano tutti i veicoli immatricolati in Stati che hanno firmato un accordo con altri Stati, il quale permette la circolazione al di fuori del Paese di immatricolazione. La Carta verde si stipula con la compagnia assicurativa e consente di estendere la copertura assicurativa a tutti gli Stati aderenti all’accordo. In caso di spostamenti, diventa dunque necessario portarsi sempre il documento con sé.
Il secondo gruppo è quello che ha immatricolato la propria automobile in uno Stato che non ha firmato nessun tipo di accordo. Di conseguenza per rimanere nella legalità – e nel nostro caso circolare in Italia – si dovrà stipulare una polizza frontiera o sottoscrivere un’assicurazione con una compagnia autorizzata ad esercitare l’RCA in Italia.
Infine abbiamo il terzo gruppo, quello che comprende la maggior parte dei nostri connazionali più furbi. Si tratta di tutti quei veicoli immatricolati in uno Stato che abbia firmato, con l’Italia e altri Stati del continente europeo, un accordo di “non controllo della copertura assicurativa”. Si tratta di una la Convenzione multilaterale di garanzia, firmata a Madrid il 15 marzo 1991 per effetto della quale gli organi di polizia dei singoli stati aderenti si astengono dal controllo della copertura assicurativa dei veicoli regolarmente immatricolati. Aderiscono a questo accordo: Austria, Belgio, Bulgaria, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia, Ungheria, Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Andorra, Croazia, Svizzera, Isole Faroe, Principato di Monaco, Gibilterra, Isola di Man, Isole della Manica, Ceuta e Melilla, Liechtenstein.
Detto ciò vi comunichiamo che in caso di incidente la Polizia locale non controllerà l’assicurazione e trasmetterà una relazione su un modulo specifico all’Ufficio Centrale Italiano sito a Milano.
Ecco dunque spiegato il perché di questo movimento verso l’Est. Ma quantifichiamo la convenienza. Prendendo ad esempio la Romania, possiamo vedere come il costo del libretto si aggiri intorno ai 60 euro e per quanto riguarda il premio – a seconda dei vari preventivi – si può arrivare a spendere anche solo 50 euro l’anno. Considerato che in media in Italia, secondo i dati forniti dall’Ania, si spendano 491 euro, è un gran bel guadagno. Attenzione però! Bisogna verificare i massimali per le coperture e soprattutto se le compagnie assicurative estere siano riconosciute in Italia.