Assicurazioni, tagliati gli indennizzi per gli incidenti stradali

Fate bene attenzione a non farvi male alla guida di un mezzo o a non farvi investire. Insomma, restate abili e sani (se potete) perché la crisi si è mangiata (o meglio: si potrebbe rosicchiare), un 15% abbondante

degli attuali indennizzi di invalidità. Infatti, il recente disegno di legge Concorrenza – se mai passerà al vaglio parlamentare per come è uscito la settimana scorsa da Palazzo Chigi – ritocca al ribasso le basi di calcolo

degli indennizzi. In sostanza: ogni punto di invalidità varrà un po’ meno. Si passerà da 795,91 euro a 674,78, -15%. Una limatura non di poco conto: e anche se le nuova tabelle ancora non ci sono, si è già stimato che con questa limatura le assicurazioni risparmieranno milioni, decine di milioni di mancati (o minori) indennizzi.

 

Spiega tecnicamente l’avvocato Cristiano Pellegrini Quarantotti, esperto proprio in contenziosi sanitari/assicurativi del Foro di Roma: «Il provvedimento andrà ad abbattere considerevolmente la misura dei risarcimenti per le vittime di incidenti stradali, in quanto, oltre a ridurre la base di calcolo (punti di invalidità, ndr) per i danni di lieve entità derivanti da sinistri conseguenti alla circolazione dei veicoli a motore e dei natanti, è andata a riformulare la denominazione degli articoli 138 e 139 del Codice delle Assicurazioni Private, sostituendo la dicitura “danno biologico” in “danno non patrimoniale”». E non si tratta di un cambiamento di «poco conto», approfondisce l’avvocato Pellegrini Quarantotti, «visto che l’importo indicato nelle tabelle nazionali, a questo punto, rischia di vedere ricompreso anche il cosiddetto danno morale che rientrante nella più ampia categoria del danno non patrimoniale, che, fino ad oggi», conclude l’esperto, «veniva liquidato, invece, come posta risarcitoria autonoma rispetto al danno biologico».

Insomma, con questo giochino le assicurazioni risparmieranno un bel po’ di quattrini, e uno stesso danno subito nel 2014 verrà risarcito più vantaggiosamente, mentre se verrà approvato il disegno di legge del governo, allo sfortunato incidentato dal prossimo anno verrà riconosciuto un indennizzo sicuramente minore.

Da giorni gli esperti delle associazioni dei consumatori si sgolano spiegando che se dovesse passare questa riforma ai cittadini sarà recapitata una sonora fregatura. Federconsumatori lo spiega così: «Numerose sentenze di Cassazione hanno ribadito che, per la liquidazione del danno biologico, occorre fare riferimento alle Tabelle del Tribunale di Milano (già basse per i danni), che l’Ania ed il governo vogliono dimezzare, cassando così equi risarcimenti consolidati dal diritto sul danno alla salute». Il governo, con la sforbiciata annunciata venerdì scorso, si proponeva di rendere un po’ meno rigido il nostro sistema assicurativo (paghiamo un costo medio Rc Auto superiore a tutti gli altri Paesi europei, un abbondante 30%), e invece che aumentare i premi in caso di danni invalidanti, come si potrebbe logicamente ipotizzare, sembra aver accolto l’indicazione sussurrata da tempo delle compagnie assicurative.

Ma non basta. Infatti, mettendo mano al capitolo assicurazioni il governo è anche riuscito a far infuriare i riparatori di auto, aprendo – a loro dire – la strada al monopolio delle grandi compagnie pure nel campo delle riparazioni: «Errare è umano», ha tuonato il presidente dei Carrozzieri di Confartigianato Silvano Fogarollo, «ma perseverare è diabolico. Per l’ennesima volta, con le misure in tema di Rc Auto, assistiamo al tentativo di consegnare il mercato delle riparazioni auto nelle mani delle assicurazioni. Questo», taglia corto Fogarollo, «in nome di una presunta liberalizzazione, e senza tener conto che una misura identica era giù stata stralciata nel 2014 dal Decreto Destinazione Italia e che in Parlamento sono state presentate proposte di legge proprio su questa materia». La minaccia, ora, è che il prossimo 7 marzo possano invadere Roma proprio i carrozzieri, anche perché se il ddl confermerà l’impianto anticipato da Renzi ci ritroveremo con oltre «il 50% delle carrozzerie private sul lastrico».

di Antonio Castro

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