Assicurazioni, svolta bancaria. Il mercato premia Axa. Meno Generali e Allianz

I primi a farlo notare sono stati gli analisti di Moody’s un mesetto fa: costrette a confrontarsi con requisiti di capitali più stringenti, le maggiori compagnie assicuratrici

europee, a partire da Allianz e Axa, stanno gradualmente cambiando pelle a partire dagli investimenti di portafoglio, sempre meno legati ai titoli di stato, obbligazioni e

cartolarizzazioni, i cui rendimenti sotto l’effetto della politica ultra rilassata delle maggiori banche centrali sono da tempo ridotti al lumicino, per investire in prodotti strutturati, quegli stessi che le banche stanno disintermediando, essendo forzate a ridurre la leva finanziaria dagli accordi di Basilea III e dalla “moral suasion” della Bce.

A mutare è tuttavia anche l’offerta commerciale: in Francia, ad esempio, le assicurazioni hanno iniziato ad offrire prestiti societari, in Germania stanno affiancando gli investimenti in immobili a finanziamenti a progetti infrastrutturali e nel campo delle energie rinnovabili (mentre in Gran Bretagna e in Olanda, finora mercati più legati allo sviluppo del ramo Vita, gli assicuratori stanno “scoprendo” mutui immobiliari, investimenti nell’immobiliare commerciale e prestiti per la realizzazione di nuove infrastruttura). E in Italia?

Generali da quando al comando è arrivato Mario Greco, nell’agosto del 2012, si è impegnata in una revisione della governance e nella ridefinizione del perimetro delle attività consolidate, dando il via a una serie di dismissioni con l’obiettivo di fare cassa per 4 miliardi entro il 2015, soldi necessari non solo a rafforzare i coefficienti patrimoniali ma anche per rilevare (per 2,5 miliardi) il 49% non ancora posseduto della joint-venture Generali Ppf Holding operante in Est Europa in due tranche (il 25% è stato già acquistato a fine marzo 2013, l’ultimo 24% sarà rilevato a fine 2014).

Risultato: Axa, che secondo gli analisti del Credit Suisse resta “una scommessa a leva sul debito spagnolo e italiano”, ha sfruttato da un lato alcune discrepanze nella regolamentazione contabile francese che consentono di evidenziare in bilancio guadagni non ancora realizzati ma non contabilizzare perdite potenziali per “liberare” parte del capitale che altrimenti avrebbe dovuto essere mantenuto sotto forma di riserva, dall’altro si è avvantaggiata dei buoni risultati delle attività nel ramo Danni per bilanciare i risultati del ramo Vita ed è stata premiata dal mercato.

Allianz, che di recente ha ridefinito i suoi investimenti immobiliari in Europa (ad esempio a Milano è uscita da CityLife, in cui era consocia con Generali, rilavando la Torre Isozaki e parte del complesso residenziale sorto sull’ex area Fiera), ha invece dovuto subire qualche contraccolpo nel settore dell’asset management, dove in particolare la controllata statunitense Pimco (Pacific investment management company), il maggiore gestore mondiale di fondi obbligazionari, ha visto l’uscita di scena del co-Ceo Mohamed El-Erian (rimasto come consulente all’interno del gruppo tedesco) pochi mesi or sono, dopo mesi di difficoltà e sotto performance dei suoi principali fondi.

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