Assicurazioni al bivio: più impiegati, meno agenti

Se l’occupazione nel settore bancario è in difficoltà, quella nel comparto assicurativo pare più sicura. Gli ultimi dati relativi al 2011 dell’Associazione nazionale delle imprese di assicurazione parlano di una forza lavoro delle compagnie assicurative stabile intorno alle 47.500 unità, con un lieve aumento (+0,6%) rispetto all’anno precedente. Di certo però non mancherà di produrre i suoi effetti la recente grande operazione di concentrazione Unipol-Fonsai che, secondo le intenzioni del management, dovrebbe comportare un’eccedenza di 2.240 unità sulla nuova entità post fusione che

dovrebbe contare su poco meno di 6 mila addetti. È vero che di questi esuberi 1.100 riguardano dipendenti dei rami che verranno ceduti come richiesto dall’Antitrust, mentre altri 900 circa potrebbero andare in pensione o accedere al fondo accompagnamento, ma le preoccupazioni non mancano.

Se l’occupazione amministrativa delle imprese è apparentemente “al sicuro”, non altrettanto può dirsi dell’enorme e variegato mondo delle reti di agenti e subagenti, vero tallone d’Achille della crisi che non ha mancato di colpire anche il mondo assicurativo. Da anni Plus24 censisce le tensioni su questo fronte occupazionale, aumentate con il contrarsi di alcune aree di business e con i contraccolpi delle scelte di alcuni gruppi che hanno sancito la ritirata da alcuni settori di operatività, specialmente nel Mezzogiorno.

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