Per Allianz Global Investors l’impatto della vittoria di Trump sul mercato europeo dovrebbe essere limitato e l’Europa potrebbe, ironicamente, diventare un baluardo della stabilità rispetto agli Stati Uniti. Più preoccupanti le implicazioni per gli investimenti nell’area Asia Pacifico. NN Investment Partner: i tassi resteranno bassi
Il nuovo presidente Usa è un outsider della politica, intenzionato a far sentire la sua presenza per ribaltare lo status quo. I mercati forse apprezzano alcune idee di Trump, ma richiedono soprattutto certezze, che probabilmente saranno merce rara. Parola di Allianz Global Investors, che in un report pubblicato stamani subito dopo la vittoria di Trump, ha sottolineato che “l’impatto diretto della vittoria di Trump sul mercato europeo dovrebbe essere limitato e l’Europa potrebbe, ironicamente, diventare un baluardo della stabilità rispetto agli Stati Uniti. L’elezione di Trump dovrebbe penalizzare le società europee che generano utili prevalentemente in dollari, poiché la valuta americana potrebbe indebolirsi a causa dell’incertezza nel breve termine. Il quadro è chiaro: a giudicare dalle sue dichiarazioni e dal suo comportamento, Trump cercherà di scuotere l’ordine mondiale.”
Allianz Global Investors nota quindi che i rischi geopolitici sono quindi significativamente aumentati e i mercati stanno reagendo di conseguenza. “Dal canto loro, gli investitori possono evitare di crearsi ulteriori problemi astenendosi dal prendere decisioni a lungo termine almeno per qualche giorno, finché i mercati non avranno assimilato la notizia; di recente abbiamo osservato significative oscillazioni nell’andamento dei mercati riassorbite nell’arco di 24 -48 ore”.
Detto ciò, il gruppo tedesco prevede che dopo una fase di risk-off con elevata volatilità e un aumento della domanda di beni rifugio come oro e Treasury “Wall Street probabilmente si concentrerà sulle riforme fiscali proposte da Trump e sul ruolo di contenimento che eserciteranno i Repubblicani al Congresso sulle posizioni più estreme del presidente. Inoltre, i mercati potrebbero iniziare a scontare un rischio di deglobalizzazione, con conseguenze negative per le azioni, e un rischio inflazionistico, con impatti negativi per le obbligazioni. Tuttavia, molto dipenderà da quanto Trump riuscirà a convincere un Congresso che, seppur nelle mani dei Repubblicani, potrebbe non essere completamente dalla sua parte”, aggiunge Allianz Global Investors.
Più preoccupanti le implicazioni per gli investimenti nell’area Asia Pacifico. “Prevediamo una fase caratterizzata dal flight to quality sul mercato obbligazionario asiatico, che potrà perdere terreno in linea con il mercato dei Treasury Usa. Probabilmente gli spread dell’area si amplieranno; parallelamente si registrerà una correzione dei mercati azionari dovuta alle preoccupazioni per le implicazioni sulla crescita economica delle politiche protezionistiche del nuovo Presidente”.
Allianz Global Investors si concentra poi su un tema più generale. “I trend politici stanno subendo cambiamenti significativi, provocando maggiori rischi in termini di deglobalizzazione e ingerenza dei governi su mercati e società. Le crescenti preoccupazioni sul fronte geopolitico e le tensioni negli scambi commerciali sono destinate ad intaccare la fiducia degli investitori e i piani di spesa delle imprese, con la conseguente ulteriore decelerazione della crescita globale rispetto a livelli già contenuti. Riteniamo quindi che proseguirà lo scenario di tassi bassi per un periodo di tempo prolungato”.
Anche per Valentijn van Nieuwenhuijzen, chief strategist e head of multi asset di NN Investment Partners, l’incertezza dovuta alla vittoria di Trump farà probabilmente aumentare la cautela della Fed nell’alzare i tassi. Lo strategist di NN prosegue poi con una nota di ottimismo: “la presidenza Trump potrebbe non essere poi così negativa se il neo presidente dovesse alleggerire la sua agenda politica. Una spesa per infrastrutture più elevata, minori imposte sulle imprese e una maggiore deregolamentazione non sono di per sé sfavorevoli per i mercati azionari. Se cedesse almeno sul protezionismo, la fase di reflazione potrebbe proseguire, sostenendo le azioni rispetto al reddito fisso”.
Il gestore cita, in particolare, l’esenzione fiscale sul rimpatrio degli utili (a un’aliquota del 10%) proposta da Trump in campagna elettorale che “sarebbe una manna per le aziende americane e favorirebbe gli asset statunitensi, tanto le azioni quanto gli strumenti di credito”. Più critica la situazione per gli emergenti che sarebbero a rischio di vulnerabilità. “La creazione di barriere commerciali e i limiti all’immigrazione potrebbero portare a un’accelerazione di prezzi e salari. Un simile contesto di tassi danneggerebbe le obbligazioni e le valute dei mercati emergenti e potrebbe incidere anche sui metalli preziosi sensibili ai tassi”, afferma il gestore di NN Investment Partners.
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